L'esenzione IMU per l'abitazione principale: quando è prevista?

  6 Marzo 2023
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L’esenzione IMU per l’abitazione principale è un tema di grande interesse, al punto da creare un dibattito a seguito di ricorsi avvenuti per il mancato riconoscimento di questa agevolazione.
La Corte Costituzionale è intervenuta a chiarire diversi aspetti, valutando elementi come l’evoluzione sociale della famiglia, la fluidità del lavoro e le pari condizioni per tutti i soggetti interessati.

Entreremo nel dettaglio di come è cambiata l’esenzione IMU per la prima casa e individueremo anche i requisiti che sono stati specificati dal Giudice delle leggi individuando chi può usufruire di questa agevolazione.

Esenzione IMU prima casa, cosa ha stabilito la Corte Costituzionale

Arriviamo diretti al punto e riportiamo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 209 del 2022 in materia di requisiti per l’esenzione IMU per l’abitazione principale.
Nella sentenza, la Corte Costituzionale riporta alcuni punti che andremo a vedere nel dettaglio. Il primo punto riporta quanto segue:

1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 13, comma 2, quarto periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito, con modificazioni, nella legge 22 dicembre 2011, n. 214, come modificato dall’art. 1, comma 707, lettera b), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014)», nella parte in cui stabilisce: «[p]er abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente», anziché disporre: «[p]er abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente»;”

In questo primo stralcio della sentenza emerge come la Consulta pone l’attenzione sul possessore della dimora abituale che deve risiedere anagraficamente presso quell’abitazione, non coinvolgendo gli altri componenti del nucleo familiare, come invece era previsto dall’articolo 13 comma 2.

Senza citare ogni singolo articolo di legge dichiarato illegittimo, per comprendere nel modo più semplice la sentenza della Corte Costituzionale, possiamo dire che, con la sentenza n. 209 del 13/10/2022 sono state dichiarate illegittime le norme che obbligavano la convivenza dell’intero nucleo familiare nella stessa abitazione, ai fini dell’esenzione IMU.

L’abitazione principale che può usufruire dell’agevolazione è, quindi, l’immobile in cui il possessore risiede anagraficamente e in cui dimora abitualmente.

Perché la Corte Costituzionale è arrivata a questa sentenza?

La decisione della Corte Costituzionale deriva dal fatto che nell’ordine costituzionale non possono essere applicate misure fiscali che penalizzano coloro che si uniscono in matrimonio o formalizzano il loro rapporto con l’unione civile.

La previsione dell’art. 13 al quarto periodo era proprio questa perché riferendosi all’intero nucleo familiare, la norma andava a non interessare coloro che pur convivendo di fatto potevano usufruire dell’esenzione IMU sull’abitazione principale di proprietà del singolo, usufruendo di una doppia esenzione.
Si veniva dunque a creare una situazione paradossale in cui

“in un ordinamento fondato sul riconoscimento e la tutela della famiglia, una coppia di fatto, non legata in matrimonio o unione civile, poteva fruire dell’agevolazione per due immobili, mentre quella unita in legame familiare “riconosciuto”, poteva fruire dell’agevolazione per un solo immobile.”

Queste motivazioni sono alla base della scelta della Corte Costituzionale, che ha riportato alla disciplina del 23/2011, che rimanda al possessore dell’immobile con residenza anagrafica la possibilità di usufruire dell’esenzione IMU per la prima casa.

I requisiti per l’esenzione IMU prima casa

Una volta chiarito quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, è utile sapere quali sono i requisiti per accedere all’esenzione IMU per la prima casa.

Sono esenti da IMU:

  • le abitazioni principali ed una delle relative pertinenze.

Non sono esenti da IMU:

  • le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9

c.d. di lusso, art. 1, commi 740 e 741, lett. b, Legge 27 dicembre 2019, n. 160).

Esenzione IMU seconda cosa, cosa c’è da sapere

La domanda che subito ci si pone, una volta compreso chi può usufruire dell’esenzione IMU per la prima casa riguarda, naturalmente, la seconda casa.

Dunque, è possibile accedere all’esenzione dell’IMU per la seconda casa? Quali sono le condizioni per poter accedere all’esenzione? Se la casa è disabitata è possibile accedere all’esenzione IMU?
Queste domande trovano risposta facendo riferimento sempre a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale.
Infatti, le variabili da considerare per accedere all’esenzione IMU per la seconda casa sono:

  • essere proprietario dell’immobile
  • avere a disposizione la relativa documentazione che attesti la residenza del proprietario, indipendentemente dal suo nucleo familiare.

Un esempio può essere utile a comprendere meglio: una coppia sposata in cui il marito è residente a Roma dove vive abitualmente e lavora e la moglie è residente a Milano, dove lei vive abitualmente e lavora. Entrambe le case sono di proprietà rispettivamente del marito e della moglie. Entrambi possono usufruire dell’esenzione IMU sulla propria abitazione.

La Corte Costituzionale è arrivata a questa misura per evitare che alcuni soggetti fossero agevolati rispetto ad altri sulla base della loro relazione: matrimonio e unione civile o convivenza.
A questo punto per verificare la veridicità delle situazioni dichiarate, il compito passa ai Comuni di residenza che dovranno procedere all’accertamento dei requisiti. Nella sentenza della Consulta si evidenza infatti il ruolo dei comuni:

“i comuni dispongono di efficaci strumenti per controllare la veridicità delle dichiarazioni, tra cui, in base a quanto previsto dall’art. 2, comma 10, lettera c), punto 2, del d.lgs. n. 23 del 2011, anche l’accesso ai dati relativi alla somministrazione di energia elettrica, di servizi idrici e del gas relativi agli immobili ubicati nel proprio territorio; elementi dai quali si può riscontrare l’esistenza o meno di una dimora abituale”.

Detto ciò, saranno i consumi (luce, gas e acqua) riscontrati dalle bollette a dimostrare l’effettivo utilizzo della casa come dimora abituale, una volta accertata la documentazione di residenza.

Esenzione IMU terreni edificabili e agricoli

Per quanto riguarda invece le agevolazioni su altre tipologie di terreni, l’esenzione IMU per terreni agricoli ed edificabili riguarda nel dettaglio alcune categorie.

In base alla legge n. 160 del 2019 (articolo 1, comma 741, lett. d) possono usufruire dell’agevolazione IMU:

  • i proprietari di aree edificabili che siano possessori, conduttori e coltivatori diretti, oppure imprenditori agricoli. Nel dettaglio i soggetti devono essere iscritti nella previdenza agricola, comprese le società agricole. Si fa riferimento ad aree fabbricabili come terreni agricoli.
  • fabbricati inagibili o dichiarati tali, che siano di interesse storico o artistico, in base all’articolo 1, comma 747, lett. a, della legge 160 del 2019. Tali fabbricati devono essere dichiarati inagibili o esserlo di fatto solo nel periodo dell’anno durante il quale sussistono queste condizioni.

Il legislatore ha, dunque, chiarito molti aspetti legati ai requisiti di accessibilità alle agevolazioni fiscali relativi all’IMU per le varie tipologie di proprietà.

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