Guida sul decreto ingiuntivo

  14 Maggio 2024

Cos’è un decreto ingiuntivo, chi lo può richiedere, qual è l’iter e come si può fare ricorso? In questa guida affronteremo il decreto ingiuntivo e ne indagheremo le dinamiche per comprendere l’iter e in particolare ci soffermeremo sulla possibilità di fare ricorso al decreto ingiuntivo, comprese le modalità di ricorso al decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo.

Introduzione al decreto ingiuntivo. Cos’è e quando viene utilizzato

Il decreto ingiuntivo è un atto giudiziario emesso da un giudice che un creditore sottopone al debitore per intimare il pagamento del debito, con l’aggravante che il debitore non viene avvisato preventivamente ma viene a conoscenza solo ad atto emesso del fatto che, se non salda il debito, può incorrere nel pignoramento dei beni a saldo del debito.
All’atto pratico si tratta di un provvedimento giudiziale che ha come oggetto l’ingiunzione di pagamento di un importo pari al debito oltre alle spese legali.

A tale proposito infatti, il decreto ingiuntivo viene anche definito ingiunzione di pagamento o provvedimento monitorio e per essere presentato a un debitore, il creditore deve dimostrare con della documentazione scritta l’effettivo mancato pagamento del debito, con somme certe e stabilite (petitum mediato). I riferimenti normativi che regolano il decreto ingiuntivo sono da rintracciare nell’articolo 633 del codice di procedura civile e successivi articoli, in cui viene specificato l’ambito di applicazione della norma.

Cosa deve fare chi riceve un decreto ingiuntivo? Prima di tutto è bene sapere che nel momento in cui riceve un decreto ingiuntivo, il debitore ha 40 giorni per presentare opposizione.

Vedremo nel dettaglio le modalità di ricorso al decreto ingiuntivo nei prossimi paragrafi ma se necessiti di assistenza legale per presentare ricorso a un decreto ingiuntivo puoi richiedere una consulenza agli avvocati di Youxta.

Le fasi del decreto ingiuntivo e dell’eventuale opposizione

Per comprendere meglio il decreto ingiuntivo possiamo schematizzare il processo in due fasi ben distinte:

  1. La fase monitoria, cioè il momento in cui viene depositato il ricorso e avviene l’emissione del decreto ingiuntivo. Il ricorso avvia il procedimento sommario tipico in cui c’è la totale assenza del contraddittorio. In questa situazione dall’esame delle prove scritte si deduce la fondatezza della pretesa del creditore.
  2. La fase di opposizione, avviene solo nell’eventualità in cui il soggetto che ha ricevuto la notifica decide di opporsi al decreto ingiuntivo che gli viene notificato. In questo modo viene introdotto un processo ordinario che si concluderà con una sentenza che definirà la controversia.

Un aspetto importante riguarda la possibilità del giudice di autorizzare l’esecutività immediata del decreto ingiuntivo su richiesta del creditore. Si parla di possibilità perché è una scelta che può compiere il giudice nel momento in cui il creditore che ha richiesto l’invio dell’atto alleghi tutta la documentazione necessaria a dimostrare la sussistenza di uno dei requisiti previsti dal comma 2 dell’articolo 642 c.p.c. quale ad es. il pericolo per il grave ritardo nel pagamento del debito o la esistenza di documentazione sottoscritta dal debitore comprovante il diritto fatto valere (come ad es. una scrittura di riconoscimento del debito).
Se sono presenti dei motivi validi per ritenere che l’esecuzione non debba essere avviata prima della scadenza del termine, il giudice può rifiutarsi di concedere al creditore di rendere esecutivo l’atto. I motivi possono essere il danno immediato che verrebbe causato al debitore di un’esecuzione forzata rispetto a quello che può avere il creditore ad aspettare ancora e le lacune presenti nel ricorso.

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Ricorso per decreto ingiuntivo Riforma Cartabia

Sulla Riforma Cartabia abbiamo approfondito il tema della mediazione civile in base a quanto stabilito dal decreto legislativo 149/2022 in vigore dal 30/6/2023 in un articolo dedicato che ti suggeriamo di leggere Mediazione Civile Riforma Cartabia: le Novità del 2023.
Volendo entrare nel dettaglio del ricorso per decreto ingiuntivo, quali sono le novità introdotte dalla Riforma Cartabia?
Con l’articolo 5 bis del decreto legislativo 28/2010 viene esplicitato che “nel procedimento di opposizione l’onere di presentare la domanda di mediazione grava sulla parte che ha proposto ricorso per decreto ingiuntivo”.

Con la Riforma Cartabia il legislatore ha stabilito che quando il debitore avvia il ricorso per decreto ingiuntivo, la mediazione non è obbligatoria, ma si può avviare dopo che il giudice ha deciso la concessione o meno dell’esecutività del decreto ingiuntivo.

Ricorso in opposizione a decreto ingiuntivo: cosa prevede

Cosa significa fare ricorso per decreto ingiuntivo? Sostanzialmente si tratta della possibilità fornita a chi viene accusato di essere debitore di opporsi al decreto ingiuntivo, ritenendolo infondato.
Cosa prevede il ricorso in opposizione? Prima di tutto andiamo a vedere il riferimento normativo dove si poggia il ricorso.

In base all’articolo 641 del codice di procedura civile, l’opposizione deve essere presentata entro 40 giorni dalla notifica. Se proposta oltre questo termine l’opposizione non sarà considerata valida.

Ma è l’articolo 645 del codice di procedura civile che definisce l’opposizione, come segue:

  • “L’opposizione si propone davanti all’ufficio giudiziario al quale appartiene il giudice che ha emesso il decreto, con atto di citazione notificato al ricorrente nei luoghi di cui all’art. 638. Contemporaneamente l’ufficiale giudiziario deve notificare avviso dell’opposizione al cancelliere affinché ne prenda nota sull’originale del decreto.
  • In seguito all’opposizione il giudizio si svolge secondo le norme del procedimento ordinario davanti a giudice adito. ((L’anticipazione di cui all’articolo 163-bis, terzo comma, deve essere disposta fissando l’udienza per la comparizione delle parti non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine minimo a comparire)).”

Quindi le condizioni per poter avviare un’opposizione sono:

  • presentare l’opposizione allo stesso giudice, nel senso di ufficio giudiziario, che ha emesso il decreto ingiuntivo
  • la contestazione deve essere presentata entro 40 giorni.

Relativamente alle tempistiche e alla gestione dei casi particolari è importante sottolineare che sono previste delle deroghe per le cause rispetto alle quali una ritardata trattazione potrebbe causare un pregiudizio alle parti, per questo il supporto di un legale è necessario per la gestione di pratiche tanto delicate. Se hai bisogno di assistenza legale per un decreto ingiuntivo puoi richiedere una consulenza agli avvocati di Youxta.

Dal punto di vista pratico, dunque, l’opposizione al decreto ingiuntivo avvia un contraddittorio tra le parti come un processo ordinario, in cui il giudice dovrà verificare la competenza del giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo e la validità della documentazione relativa al credito e quindi alla sua reale esistenza. Il giudice dell’opposizione può quindi revocare il decreto ingiuntivo.

Si parla invece di opposizione tardiva al decreto ingiuntivo quando viene presentata opposizione oltre i giorni stabiliti dalla legge. In questa circostanza il codice di procedura civile parla di provvedimento eccezionale, all’articolo 650:

  • “L’intimato può fare opposizione anche dopo scaduto il termine fissato nel decreto, se prova di non averne avuta tempestiva conoscenza per irregolarità della notificazione o per caso fortuito o forza maggiore. In questo caso l’esecutorietà può essere sospesa a norma dell’articolo precedente. L’opposizione non è più ammessa decorsi dieci giorni dal primo atto di esecuzione.”

Quindi se viene dimostrata una irregolarità nella notifica o delle motivazioni eccezionali può essere presentata opposizione tardiva, ma sempre entro una tempistica massima, che la norma dispone entro 10 giorni dalla notifica del primo atto di esecuzione.

Una volta presentata l’opposizione il giudice può rigettare l’opposizione, accoglierla in parte oppure può trovarsi di fronte ad una conciliazione in base a quanto stabilito dall’ex art. 652 del codice di procedura civile.

Ricorso per decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo

Cosa significa che il decreto ingiuntivo può essere provvisoriamente esecutivo? Vuol dire che il giudice stabilisce che il pagamento deve essere effettuato subito ed indipendentemente dall’eventuale opposizione da proporre entro i 40 giorni dalla notifica.

Il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo viene richiesto direttamente dal creditore e disposto autonomamente dal giudice. Il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo può attuarsi su cambiali, assegni circolari o bancari, atti notarili o certificati di liquidazione di borsa.

L’articolo 642 del codice di procedura civile chiarisce l’esecutività provvisoria:

    “Se il credito è fondato su cambiale, assegno bancario, assegno circolare, certificato di liquidazione di borsa, o su atto ricevuto da notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato, il giudice, su istanza del ricorrente, ingiunge al debitore di pagare o consegnare senza dilazione, autorizzando in mancanza l’esecuzione provvisoria del decreto e fissando il termine ai soli effetti dell’opposizione.
    L’esecuzione provvisoria può essere concessa anche se vi è pericolo di grave pregiudizio nel ritardo, ovvero se il ricorrente produce documentazione sottoscritta dal debitore, comprovante il diritto fatto valere; il giudice può imporre al ricorrente una cauzione. In tali casi il giudice può anche autorizzare l’esecuzione senza l’osservanza del termine di cui all’articolo 482.”

La competenza del ricorso per decreto ingiuntivo: Giudice di Pace o Tribunale

La competenza del ricorso per il decreto ingiuntivo dipende dalla tipologia di atto. Andiamo con ordine e partiamo dal riferimento normativo, che in questo caso è l’articolo 637 del codice di procedura civile:

  • “Per l’ingiunzione è competente il giudice di pace o, in composizione monocratica, il tribunale che sarebbe competente per la domanda proposta in via ordinaria.
  • Per i crediti previsti nel n. 2 dell’articolo 633 è competente anche l’ufficio giudiziario che ha deciso la causa alla quale il credito si riferisce”

La competenza dunque può essere:

  • per valore: per i crediti entro diecimila euro sono di competenza del Giudice di Pace, mentre quelli che superano questa cifra sono di competenza del Tribunale,
  • per materia: per i crediti in materia di lavoro la competenza è sempre del Tribunale in funzione di giudice del lavoro indipendentemente dall’importo per cui si agisce.

Sicuramente il supporto legale per affrontare problematiche di questo tipo è determinante per gestire al meglio le tempistiche e le procedure di ricorso al decreto ingiuntivo. Non è infatti sufficiente scaricare un fac simile di ricorso per decreto ingiuntivo per conoscere la materia e risolvere le problematiche. L’assistenza di un avvocato è obbligatoria per gli importi superiori ad €. 516,46.

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