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Dipendente che Ruba: Cosa Fare e Cosa Rischia? Quando si può Denunciare
Affrontiamo un argomento piuttosto spinoso che troppo spesso le aziende si trovano a dover fronteggiare e che riguarda il furto sul posto di lavoro. Dal fondo cassa alla cancelleria, le proprietà aziendali spesso sfuggono alla sensibilità di alcuni dipendenti, che dimenticano o ignorano il patto di fiducia siglato in fase di firma del contratto e si trovano a rischiare il licenziamento per aver rubato in azienda. In effetti, il furto in azienda è una cosa molto grave, che si tratti di una penna dal valore di pochi centesimi o di migliaia di euro sottratti dal fondo cassa, poco cambia.
In questo approfondimento affronteremo molti aspetti legati alla responsabilità del dipendente che ruba, verificheremo i riferimenti normativi e individueremo quando si può denunciare il dipendente.
Furto sul posto di lavoro e licenziamento
Cosa fare quando un dipendente sottrae beni aziendali? Una premessa necessaria da fare è che il furto è un reato e oltre a questo, il dipendente che ha rubato rischia il licenziamento.
Vediamo nel dettaglio quali sono i riferimenti normativi relativi all’ipotesi di furto sul posto di lavoro.
Licenziamento per furto sul posto di lavoro, la normativa
Se un dipendente ruba, oltre a commettere un reato, dal punto di vista lavoristico e aziendale sta violando il patto di fiducia sorto all’inizio del rapporto di lavoro che può legittimare il datore di lavoro ad intimare il licenziamento per giusta causa, in base all’articolo 2119 del codice civile che prevede la possibilità di recesso dal rapporto di lavoro qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione neanche provvisoria del rapporto.
In effetti la condotta posta in essere da un dipendente che ruba una proprietà dell’azienda viola non solo le disposizioni legali ma anche il rapporto di fiducia e l’affidabilità del servizio che il lavoratore offre al datore di lavoro che potrebbe avere la legittima intenzione di procedere con il licenziamento.
Quando si può denunciare il lavoratore?
Cosa rischia il dipendente che ruba? Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, il dipendente che ruba rischia il licenziamento per giusta causa. Ma questo è solo uno dei rischi che corre. Infatti, il datore di lavoro può denunciare il dipendente che ruba per furto e/o appropriazione indebita. Vediamo nel dettaglio i riferimenti di legge che riguardano queste tipologie di denuncia.
Denuncia del dipendente che ruba per appropriazione indebita.
Quando si può denunciare un dipendente per appropriazione indebita? Vediamo nel dettaglio la specifica della legge. L’articolo 646 del codice penale con aggiornamento 294
L. 9 gennaio 2019, n. 3 (con l’art. 1, comma 1, lettera u, riporta quanto segue:
“Chiunque, per procurare a se’ o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 1.000 a euro 3.000.”
L’appropriazione indebita, dunque, si verifica quando il soggetto è già in possesso del bene per qualsiasi funzione (come ad esempio un bene aziendale, i soldi del fondo cassa aziendale, la carta di credito aziendale) e se ne appropria senza nessun titolo. Se un dipendente si appropria del computer aziendale o dei soldi del fondo cassa, nel momento in cui ne prende il possesso viola il rapporto di fiducia con il datore di lavoro e può essere denunciato.
Denuncia del dipendente che ruba per furto
Nel caso in cui un dipendente ruba dei beni all’interno dell’azienda può essere denunciato per furto. L’articolo 624 del codice penale riporta nelle note quanto segue relativamente al furto:
“Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire trecentomila ad un milione. Agli effetti della legge penale, si considera “cosa mobile” anche l’energia elettrica e ogni altra energia che abbia valore economico.”
Il furto dunque determina la sottrazione di un bene che prima non si deteneva. Oltre a questo articolo del codice penale vanno poi considerate le eventuali aggravanti, che possono riguardare la modalità con la quale viene effettuato il furto e i soggetti coinvolti.
La legge dunque ci mostra come nelle circostanze in cui un dipendente si mette nelle condizioni in cui l’azienda può dimostrare il furto, può essere denunciato e rischiare il posto di lavoro.
Come si può dimostrare che un dipendente ha rubato in azienda e quando si può denunciare il dipendente? Una volta denunciato cosa rischia il dipendente che ruba? Vediamo nel dettaglio una casistica e prendiamo anche in considerazione una sentenza emessa.
Leggi anche l’articolo dedicato al tema delle dimissioni per giusta causa: come fare.
Come tutelarsi se il dipendente ruba?
Un dipendente che ruba rischia il licenziamento, ma sono necessarie delle prove che dimostrino il fatto.
Per il datore di lavoro può essere rischioso cercare le prove di un furto; utilizzando stratagemmi come telecamere a circuito chiuso in azienda e altre soluzioni più o meno creative rischia di non rispettare la normativa sul lavoro e, dunque, passare dalla parte del torto.
In alcuni casi, il lavoratore che ruba viene colto in flagrante, può confessare l’accaduto e le sue motivazioni e – a quel punto – il datore di lavoro può valutare la situazione e decidere come procedere.
In altre circostanze, sono gli altri lavoratori che denunciano il furto e testimoniano contro il collega ritenuto colpevole di furto.
Come sempre è necessario un approccio mirato e garantista che eviti l’effetto boomerang, trasformando un’accusa di furto dall’azienda al dipendente ad un’accusa di mobbing dal lavoratore all’azienda.
Furto in azienda: cosa può rubare un dipendente?
Quando si parla di furto in azienda si pensa a grandi somme di denaro rubate dalle casse aziendali, ma in realtà, anche prendere una penna o una busta di cancelleria, degli elastici del valore di pochi centesimi rientra nel concetto di furto, se non vengono presi e utilizzati per gli scopi legati all’attività lavorativa.
I lavoratori devono utilizzare gli strumenti e i beni messi a disposizione dell’azienda, esclusivamente per i fini lavorativi.
Possiamo, quindi, elencare alcune tipologie di elementi che rientrano nella categorie di furti in ufficio:
- la cancelleria: tutto ciò che rientra nei prodotti di forniture standard da ufficio è spesso oggetto di furti in azienda. Dalle risme di carta alle penne, elastici e buste da imballaggio rientrano tra i prodotti che seppur di valore relativo, presi singolarmente, possono essere passibili di denuncia, se un lavoratore se ne impossessa per fini diversi da quello lavorativo.
- Il denaro dalle casse aziendali. In questo caso specifico la gravità del furto o appropriazione indebita è notevole a prescindere dalle cifre. Quando si tratta di sottrazione di denaro si intende sia liquidità che frodi finanziarie, uso improprio delle carte di credito aziendali, richieste di rimborsi illecite e fatturazioni non giustificate.
- I prodotti di proprietà dell’azienda. Il peso di un furto di cancelleria non può essere commisurato in termini di valore dell’oggetto al furto di una stampante, di un computer o del materiale di lavoro di un cantiere ad esempio, o di altra merce che è di proprietà dell’azienda. Anche se di fatto, come già detto, la risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa può essere lo stesso a prescindere dal valore dell’oggetto rubato dal dipendente.
- Il tempo. Anche il tempo, pur non essendo tangible può essere oggetto di furto nel momento in cui un dipendente occupa il tempo pagato regolarmente dall’azienda per fare altro che non riguarda il lavoro.
- Informazioni riservate. Questa categoria è molto rischiosa per l’azienda che mette il lavoratore a conoscenza di strategie e progetti, ma anche di contratti e dati commerciali.
Generalmente, nei contratti di lavoro viene specificato il vincolo di riservatezza, qualora il lavoratore non lo dovesse rispettare, potrebbe rischiare di essere accusato di furto o appropriazione indebita.
Cosa fare quando si scopre che un dipendente ha rubato in azienda
Nel momento in cui è chiaro e dimostrabile che il dipendente ha rubato, l’azienda può procedere in diverse direzioni:
- l’azienda presenta una contestazione formale al lavoratore, segnalando il fatto nel più breve tempo possibile, rispetto al momento in cui è avvenuto il furto.
- Al lavoratore devono essere garantiti dei giorni utili, 5 come previsto dallo Statuto dei lavoratori, per poter presentare le sue motivazioni in difesa rispetto a quanto gli è stato contestato.
- Viene stabilito un provvedimento disciplinare a seconda della gravità del furto.
Alla luce delle tipologie di furto e della procedura che deve seguire l’azienda in caso di furto da parte di un dipendente, vediamo nel dettaglio cosa rischia un dipendente che ruba in azienda.
Consulta anche la guida dedicata al Fondo di Garanzia INPS per i lavoratori: la guida.
Cosa rischia un dipendente che ha rubato beni aziendali?
Un dipendente che ruba in azienda rischia prima di tutto il licenziamento per giusta causa e, dunque, senza preavviso e anche una denuncia per furto o appropriazione indebita, a seconda del tipo e delle modalità di furto commesso.
Come abbiamo visto nei precedenti paragrafi in base all’articolo 624 del codice penale, il datore di lavoro può denunciare il lavoratore per furto e questo si troverebbe non solo a rischiare la reclusione da 6 mesi a 3 anni, ma anche a pagare una multa.
Il valore dell’oggetto rubato può essere relativo ai fini del giudizio, basti pensare ad una sentenza della Corte di Cassazione che ha ritenuto legittimo il licenziamento di un dipendente colpevole di aver rubato un profumo (del valore di poco più di 10 euro) all’interno del supermercato in cui lavorava. Vale quanto specificato sopra riguardo alle motivazioni: non è importante tanto il valore dell’oggetto rubato, quanto la violazione del rapporto di fiducia tra azienda e lavoratore.
Ciò in considerazione del fatto che il procedimento disciplinare avviato nei confronti del lavoratore è del tutto autonomo dal processo penale. Ben può il rapporto di lavoro essere interrotto dal datore di lavoro indipendentemente dalle risultanze del procedimento penale.
La giurisprudenza ha ripetutamente affermato che ai fini della legittimità del licenziamento disciplinare irrogato per un fatto astrattamente costituente reato si deve effettuare una valutazione autonoma in ordine alla idoneità del fatto a integrare gli estremi della giusta causa o giustificato motivo del recesso, in altri termini idoneità della condotta a ledere la fiducia del datore di lavoro, al di là della sua configurabilità come reato, e la prognosi circa il pregiudizio che agli scopi aziendali deriverebbe dalla continuazione del rapporto.
Il tema del furto in azienda da parte di uno o più dipendenti può essere molto complesso da gestire. Come anticipato nei paragrafi precedenti una consulenza legale prima di procedere con decisioni dettate dall’impulso nell’immediatezza della scoperta dei fatti, che potrebbero poi compromettere la legittimità del procedimento disciplinare.
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