Impresa abbandona il cantiere e non finisce i lavori: come tutelarsi e cosa fare

  8 Febbraio 2023
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Lavori di ristrutturazione, abitazioni singole o all’interno di condomini acquistate su carta sono solo alcuni degli scenari in cui ci si trova ad interfacciarsi con delle imprese che dal primo mattone alla posa del pavimento, lavorano nei cantieri. Tra i tanti imprevisti che si possono considerare, spesso non si tiene conto di un’eventualità: il caso in cui l’impresa abbandona il cantiere senza finire i lavori.

Cosa fare quando un’impresa edile non termina i lavori?

Nel bel mezzo del calendario di lavoro, a poche settimane dalla consegna delle chiavi, l’impresa sparisce, non si fa più vedere nessuno in cantiere, telefoni irraggiungibili e soprattutto lavori non terminati. Questo è solo uno degli scenari possibili in cui può capire di essere abbandonati dall’impresa, con un conseguente danno economico ingente.
Come tutelarsi in questo genere di problematiche?

Abbandono del cantiere. Quando si può richiedere la risoluzione del contratto

Si ha abbandono quando viene provato che un’impresa non ha rispettato i termini del contratto firmato tra le parti, lasciando il cantiere senza ultimare i lavori.
Il vincolo contrattuale è necessario per garantire entrambe le parti. Infatti, qualora il contratto non venga rispettato e, nel nostro caso specifico, l’impresa percepisca il compenso stabilito senza adempiere al completamento del lavoro nei tempi stabiliti, si può ricorrere ad un’azione legale per far valere i propri diritti.
Può essere utile un passo indietro, vale a dire stabilire dei termini all’interno del contratto che possano tutelare da eventuali situazioni di abbandono del cantiere da parte dell’impresa.

Di seguito dei suggerimenti:

  • inserire la clausola risolutiva espressa, in base alla quale nel momento in cui si dovessero verificare eventi dipendenti dall’impresa, il committente potrà decidere di risolvere il contratto, informando l’impresa con raccomandata o tramite PEC. In questa situazione non è necessario l’intervento di un giudice in base a quanto stabilito dal contratto.
  • Stabilire da contratto le tempistiche di termine del lavoro e che qualora non venissero rispettate si può procedere all’immediata risoluzione del contratto, con la possibilità altresì di aggiungere una penale per ogni giorno di ritardo.

In questi casi appena descritti si va ad intervenire a monte, in fase di stesura del contratto, ma qual è la procedura da seguire qualora si vuole procedere alla risoluzione del contratto a seguito dell’abbandono del cantiere da parte dell’impresa?
Si deve procedere con una diffida ad adempiere, si tratta di un atto redatto successivamente al contratto con il quale si invita l’impresa a compiere la prestazione richiesta entro un tempo non inferiore a quindici giorni, dopo i quali il contratto sarà ritenuto risolto. In questo caso la risoluzione non opera automaticamente come nel caso in cui ci sia una clausola specifica in contratto ma bisogna comunque rivolgersi al Tribunale.

La richiesta di risarcimento del danno in caso di abbandono del cantiere da parte dell’impresa

Le circostanze in cui un’impresa può abbandonare un cantiere sono innumerevoli e possono causare un enorme danno, tale da poter richiedere un risarcimento danni.
Pensiamo al caso di una ditta che abbandona i lavori avviati con il superbonus 110 in un condominio, o in un caso a noi noto e di cui abbiamo la testimonianza di una sentenza riguardante il caso di una ditta che lasci il cantiere di due appartamenti incompleti, causando un enorme ritardo nella chiusura del cantiere e nella consegna delle abitazioni, oltre al danno economico di aver già pagato parte dei lavori, in base a quanto stabilito dal contratto.
Cosa succede dunque se la fattura viene pagata ma i lavori non eseguiti?
Nel contratto che viene stilato in fase preliminare con l’impresa, devono essere indicate le tempistiche di completamento dei lavori ma anche le tempistiche relative alle scadenze di pagamento, corrispondenti al completamento delle parti del lavoro svolto. Il direttore dei lavori terrà traccia dello stato di avanzamento dei lavori tramite documentazione scritta e attraverso le ricevute di pagamento si potrà dimostrare che il lavoro è stato pagato ma non completato dalla ditta. Una volta presentata tutta la documentazione sarà un giudice a stabilire se l’impresa dovrà risarcire il cliente per il danno creato, il pagamento ricevuto e il lavoro non eseguito.

Risarcimento del danno. Una sentenza come esempio di risoluzione sul tema dell’abbandono di cantiere

Contestualizziamo il fatto: viene presentata la richiesta di risoluzione del contratto e risarcimento dei danni subiti per abbandono di un cantiere composto da due appartamenti.
Nella sentenza vengono riportati tutti gli attori che sono intervenuti nel cantiere, le due parti coinvolte, la direzione dei lavori e il coordinatore della sicurezza.
Dalla sentenza emergono tutti i dati relativi al rispetto dei protocolli di sicurezza, della documentazione correttamente redatta e dei pagamenti effettuati in base a quanto stabilito dal contratto.
Emerge anche che a seguito dell’abbandono del cantiere da parte dell’impresa è stato necessario doversi affidare ad altra impresa per il completamento dei lavori, con un costo aggiuntivo rispetto a quanto pattuito inizialmente con l’impresa incaricata.
Ai costi sostenuti vanno aggiunti anche quelli legati al danno patrimoniale per il mancato godimento dei due appartamenti, danno che in fase finale non verrà riconosciuto perché mancante di documentazione che attesti la reale perdita economica.
Di contro l’impresa porta le sue motivazioni che però, non sono sufficienti a garantire la sentenza a suo favore perché dalla documentazione riportata e dalle dichiarazioni esposte non è stato garantito il rispetto del contratto.
La conclusione della sentenza dunque ha visto l’impresa costretta a un risarcimento di oltre 50 mila euro, pari al lavoro non completato, maggiorato di altri costi comprese le spese legali.

Come tutelarsi se l’impresa lascia il cantiere

Come anticipato sopra il miglior modo di tutelarsi è chiarire le intenzioni e necessità in maniera chiara attraverso un contratto e seguendo la procedura di legge per l’apertura del cantiere. Assegnare la direzione lavori ad uno studio professionale e qualificato e redigere un contratto che assicuri il corretto svolgimento dei lavori, a tutela di tutti i soggetti coinvolti. Per non correre rischi è fondamentale ottenere una consulenza legale per la valutazione del contratto e in caso di problemi con la ditta in fase di esecuzione dei lavori o in caso di abbandono del cantiere per compiere tutti i passi giusti e tutelarsi al meglio.

 

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