Contestazione Disciplinare: Cos'è, Come Funziona e Iter

  26 Gennaio 2024

Quali sono le conseguenze per un dipendente che compie un comportamento scorretto in ambito lavorativo? I provvedimenti disciplinari che i datori di lavoro possono applicare non dipendono dalla loro volontà ma seguono un iter regolamentato dalla legge che comprende anche l’oggetto del nostro articolo: la contestazione disciplinare.

Percorrendo i vari paragrafi dell’approfondimento andremo a vedere cos’è una contestazione disciplinare, come deve rispondere il lavoratore e come viene formalizzata attraverso la lettera di contestazione disciplinare.

Cos’è una contestazione disciplinare e come funziona esattamente

La contestazione disciplinare è un atto che avvia un procedimento disciplinare da parte del datore di lavoro nei confronti di un lavoratore.

La contestazione disciplinare viene generalmente comunicata tramite una lettera che il lavoratore riceve dal datore di lavoro, in cui viene comunicato un comportamento attuato che viola quanto stabilito dal contratto di lavoro.

In questa definizione troviamo immediatamente i punti centrali della contestazione disciplinare:

  • una comunicazione formale e scritta
  • l’esplicitazione della motivazione
  • una motivazione tangibile e riscontrabile direttamente all’interno del contratto di lavoro.
Infatti, con la lettera di contestazione il datore di lavoro deve descrivere nel dettaglio la motivazione del richiamo esplicitando i fatti relativi alla violazione compiuta dal lavoratore.

La contestazione disciplinare deve essere in forma scritta per garantire al lavoratore la possibilità di potersi difendere senza il rischio che l’evento contestato possa subire delle variazioni. Una volta scritte le motivazioni non possono essere cambiate, fornendo al lavoratore il diritto di difesa e contraddittorio.

Quindi possiamo sostenere che una contestazione disciplinare deve essere:

  • Tempestiva, cioè deve essere presentata nel più breve tempo possibile rispetto al fatto contestato.
  • Specifica, cioè che deve riportare nel dettaglio tutti i motivi per cui è stata fatta e la descrizione accurata del fatto che viene contestato come violazione. Lo scopo della specificità permette al lavoratore di difendersi, fornendo una puntuale contestazione del fatto segnalato come violazione.
  • Non modificabile, vale a dire che una volta consegnata al lavoratore non si possono aggiungere elementi o modificare i fatti riportati. Il datore di lavoro non può aggiungere o modificare fatti correlati al lavoratore in un secondo momento. Anche la recidiva, cioè la ripetizione della violazione in più circostanze da parte del lavoratore, deve essere comunicata nella contestazione disciplinare come specifica contestazione.

Il datore di lavoro può decidere come consegnare la lettera di contestazione disciplinare:

  • per posta, tramite raccomandata o pec,
  • consegnata a mano sul luogo di lavoro.

Una volta arrivata la lettera di contestazione disciplinare anche se il lavoratore volesse rifiutarsi di riceverla, le conseguenze avrebbero comunque effetto sulla sua posizione lavorativa.

La risposta ad una contestazione disciplinare: tutto quello che devi sapere

Come si deve comportare un lavoratore che riceve la lettera di contestazione disciplinare?

La prima cosa sapere sulla contestazione disciplinare è che il lavoratore ha diritto a difendersi e, quindi, a presentare le proprie motivazioni per giustificare e motivare il comportamento ai fini della risoluzione del provvedimento disciplinare.

Infatti, all’interno della lettera di contestazione disciplinare il datore di lavoro deve informare il lavoratore anche delle tempistiche che ha a disposizione per difendersi, fornendo una giustificazione.

Il lavoratore ha cinque giorni per poter fornire una giustificazione alla contestazione e difendersi. In questo caso, il lavoratore non ha l’obbligo di fornire una giustificazione scritta, potrà anche difendersi verbalmente, facendo richiesta formale al datore di lavoro di un incontro chiarificatore.

Considerata la delicatezza dell’argomento, è consigliabile rivolgersi ad un legale non appena ci si trova nella condizione di ricevere una lettera di contestazione disciplinare. Se hai bisogno di supporto legale gli avvocati di Youxta sono a tua disposizione, richiedi subito un contatto.

Il supporto legale è consigliabile sia nel caso di una risposta scritta alla contestazione disciplinare che per una contestazione verbale, perché è bene non sottovalutare questo atto, che rappresenta l’inizio di una procedura disciplinare che potrebbe arrivare anche alla sanzione del licenziamento.

Il datore di lavoro può decidere di sospendere il lavoratore in via cautelare. La sospensione cautelativa viene applicata dal datore di lavoro quando le tempistiche tra la consegna della lettera di contestazione e la chiusura del procedimento disciplinare sono troppo lunghe ed incompatibili con la presenza del lavoratore sul posto di lavoro.

La sospensione cautelativa non ha comunque uno scopo sanzionatorio, ma ha il solo obiettivo di tenere lontano il lavoratore dall’azienda fino al momento in cui la sua posizione sarà chiarita definitivamente.

In ogni caso, il datore di lavoro, anche in presenza di una sospensione cautelare, è tenuto a corrispondere lo stipendio al lavoratore, nonostante alcune pronunce hanno legittimato la previsione del contratto collettivo, che prevedeva la sospensione del pagamento della retribuzione fino all’esito del procedimento disciplinare.

Tempi e termini da prevedere: quanto tempo ha il lavoratore per impugnare una contestazione?

Quanto tempo ha il lavoratore per impugnare una contestazione disciplinare? Cosa si intende per contestazione tardiva?

Nel momento in cui il lavoratore riceve una lettera di contestazione disciplinare ha cinque giorni di tempo per rispondere con una motivazione e giustificazione di quanto dichiarato dal datore di lavoro.

Abbiamo visto nei paragrafi precedenti che una delle caratteristiche della contestazione disciplinare è la tempestività, quindi il datore di lavoro deve intervenire con la contestazione disciplinare sul comportamento scorretto in un arco di tempo il più ristretto possibile.

Contestazione disciplinare tardiva: cosa devi sapere

Il concetto di tempestività può avere un’accezione relativa perché, ad esempio, una contestazione disciplinare dopo un mese può essere giustificata dal fatto che il datore di lavoro è venuto a conoscenza a distanza di tempo del fatto contestato, oppure le dimensioni dell’azienda sono tali da complicare e allungare i tempi dell’indagine.

Quando parliamo di tempestività del provvedimento dobbiamo, comunque, tenere in considerazione che il lasso di tempo è quel periodo che trascorre dal momento in cui il datore è venuto a conoscenza del fatto contestato e non dal tempo in cui si suppone sia avvenuto il fatto.

Se la tempestività è un vincolo considerato basilare per la contestazione di infrazione disciplinare, è ancora più utile un supporto legale nel caso in cui dovesse esserti comunicata una contestazione disciplinare tardiva, dal momento che la giurisprudenza su questo punto si divide. Contatta gli avvocati di Youxta se hai bisogno di assistenza legale sulle contestazioni disciplinari, richiedi subito una consulenza.

Particolare attenzione viene posta dal legislatore alla recidiva, cioè il ripetersi della condotta scorretta da parte del lavoratore nell’arco di due anni. Quindi, è possibile che il datore di lavoro proceda con una contestazione disciplinare recidiva. Attenzione però, perché il datore di lavoro non potrà tenere conto delle sanzioni assegnate al lavoratore decorsi i due anni di applicazione, in base a quanto stabilito dall’articolo 7 della Legge 300 del 1970, conosciuta come lo “Statuto dei lavoratori”.

Termine della contestazione disciplinare per il CCNL del Commercio

Entrando nello specifico del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) all’articolo 225 del CCNL del commercio vengono riportate le procedure di contestazione disciplinare in base alla tipologia di violazione commessa dal lavoratore.

Un dettaglio di particolare interesse riguarda il termine della contestazione disciplinare, che all’articolo 227 prevede che se il datore di lavoro intende procedere con un provvedimento disciplinare, questo deve essere comunicato trascorsi 15 giorni dalla scadenza dei tempi forniti al lavoratore per giustificare o difendersi dall’accusa di violazione.

Contestazione disciplinare e licenziamento

Come anticipato, l’estrema conseguenza di una contestazione disciplinare può essere il licenziamento. In particolare l’articolo 225 riporta chiaramente che la mancata osservanza dei doveri del lavoratore comporta dei provvedimenti:

  • rimprovero verbale per mancanze lievi
  • rimprovero scritto in caso di recidiva
  • multa pari all’importo di quattro ore di retribuzione oraria
  • sospensione della retribuzione fino a un massimo di dieci giorni
  • licenziamento disciplinare senza preavviso.

Per quanto riguarda il licenziamento disciplinare, viene applicato per:

  • assenza ingiustificata per oltre tre giorni nell’anno solare
  • recidiva nei ritardi ingiustificati per oltre cinque volte in un anno solare e a seguito di richiamo scritto
  • recidiva per oltre tre volte su mancanze già segnalate e che prevedono la sospensione
  • violazione degli obblighi espressi nell’articolo 220
  • violazione della sicurezza sulla lavorazione, deposito, vendita e trasporto
  • violazione del segreto di ufficio
  • lavoro parallelo con un’azienda concorrente.

Le regole e la procedura per il datore di lavoro e per il lavoratore sono piuttosto chiare. Cosa accade invece se il lavoratore subisce un licenziamento senza contestazione disciplinare?

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, l’iter di contestazione disciplinare implica la comunicazione scritta da parte del datore di lavoro, quindi se il lavoratore viene licenziato senza una contestazione disciplinare del fatto, in base all’articolo 3, comma 2 del D.Lgs. n. 23/2015 il fatto non viene considerato e il lavoratore deve essere reintegrato nel posto di lavoro. Inoltre, il datore di lavoro subirà una sanzione rispetto all’applicazione del licenziamento senza contestazione disciplinare.

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Contestazione per assenza ingiustificata sul posto di lavoro

La contestazione disciplinare è uno strumento che utilizza il datore di lavoro per segnalare al lavoratore che ha violato delle regole fondamentali espresse nel contratto di lavoro. La presenza in ufficio ad esempio, se non regolamentata in modo diretto con contratti di smart-working, telelavoro o lavoro flessibile è una delle regole la cui violazione può portare ad una contestazione disciplinare per assenza ingiustificata.

Infatti, il contratto di lavoro prevede la possibilità di assentarsi dal posto di lavoro in casi specifici e previa comunicazione e giustificativo, ad esempio un infortunio o la malattia sono tra le motivazioni più comuni di assenza dal posto di lavoro, che vengono giustificate con la documentazione medica e implicano anche un controllo da parte dell’ente preposto per verificare l’effettivo stato di degenza del lavoratore in casa.

Il lavoratore – qualora avesse necessità di assentarsi dal posto di lavoro – può usufruire dei permessi o dei giorni di ferie che mensilmente vengono maturati da contratto, facendone richiesta preventiva al datore di lavoro.

Il lavoratore viene considerato assente ingiustificato quando non si presenta sul posto di lavoro e non fornisce nessuna giustificazione.

L’azienda, una volta riscontrata all’essenza ingiustificata del lavoratore deve procedere con una lettera di avviso, che viene definita “ordine di servizio” che potrà essere inviato al lavoratore tramite e-mail, sms, pec, servizi di messaggistica istantanea oppure raccomandata.

Dunque, se il dubbio è se sia lecito ricevere una contestazione disciplinare su Whatsapp, occorre sapere che è uno degli strumenti che è possibile utilizzare per inviare al lavoratore un ordine di servizio, qualora lo strumento sia utilizzato per lavoro.

L’avviso deve riportare tutti i dati sui fatti:

  • un invito a presentarsi sul posto di lavoro riportando data e orario
  • l’avviso che l’assenza ingiustificata non sarà retribuita ed espone il lavoratore al rischio di licenziamento.
Se il lavoratore non si presenta al lavoro nonostante questo richiamo, l’azienda avrà diritto di procedere a livello disciplinare.

Attenzione, perchè l’azienda può procedere dal punto di vista disciplinare solo se esiste un codice disciplinare dell’azienda che preveda l’illecito disciplinare contestato correttamente esposto nelle bacheche aziendali, come riportato dallo statuto dei lavoratori. Se non c’è nessun codice disciplinare dell’azienda l’azione disciplinare è nulla, mentre se è presente un codice disciplinare correttamente esposto e visibile a tutti i lavoratori, l’azienda può procedere con l’iter per inviare una lettera di contestazione disciplinare.

Seguendo lo stesso principio anche nei casi di ritardo o negligenza l’azienda può far valere le sue ragioni rispetto ad un comportamento scorretto del lavoratore attraverso una lettera di contestazione disciplinare per ritardo o per negligenza.

Lettera di contestazione disciplinare per litigi: cosa comporta

La condotta dei lavoratori deve rispettare il codice di comportamento dell’azienda, qualora questo ci fosse, oppure i termini contrattuali firmati in fase di assunzione.

Di conseguenza il datore di lavoro può avviare una contestazione disciplinare anche per dei litigi avvenuti all’interno del posto di lavoro. Se i lavoratori non rispettano le regole di comportamento civile, il datore di lavoro può procedere con una contestazione di addebito disciplinare.

L’iter della contestazione disciplinare è quello di cui abbiamo parlato nel primo paragrafo dell’articolo, ma se hai bisogno di chiarimenti dettagliati o di assistenza legale in merito ad una contestazione disciplinare puoi chiedere una consulenza agli avvocati di Youxta.

La contestazione per falsa malattia

Può accadere che un lavoratore comunichi l’assenza per malattia ma poi venga visto muoversi in piena salute per la città. In questo caso l’azienda può avviare una contestazione disciplinare per falsa malattia a seguito di accertamenti e verifiche che possano provare quanto viene contestato al lavoratore.

In questa circostanza, l’azienda può verificare lo stato di effettiva malattia del dipendente richiedendo all’INPS di inviare una visita fiscale, trovare delle prove fotografiche che possano smascherare il comportamento del lavoratore.

Una volta trovata conferma della falsa malattia, l’azienda può procedere con l’iter di contestazione disciplinare fornendo al lavoratore la possibilità di giustificarsi e difendersi, come da procedura.

La contestazione disciplinare nel pubblico impiego

Fino ad ora abbiamo parlato di rapporto tra azienda e lavoratore nel caso di contestazioni disciplinari. Ma, di chi è la responsabilità se si parla di contestazione disciplinare nel pubblico impiego?

La prima cosa da individuare è la responsabilità, quindi è bene chiarire che nel pubblico impiego il potere disciplinare rientra nella gestione del rapporto di lavoro contrattualizzato, quindi il potere è esercitato con atti negoziali senza provvedimenti amministrativi, come stabilito nei contratti collettivi.

Per quanto riguarda il lavoratore del settore pubblico, se dovesse ricevere una contestazione disciplinare, la procedura è la stessa dei dipendenti privati, quindi dovrà rispondere tempestivamente, entro 5 giorni con il supporto delle rappresentanze sindacali o di un legale. A tale proposito, se hai bisogno di assistenza legale puoi contattare direttamente gli avvocati di Youxta.

Per quanto riguarda invece l’azienda pubblica, se l’infrazione commessa dal lavoratore è di poca gravità, sono previste delle sanzioni superiori al rimprovero verbale ma non tali da arrivare alla sospensione maggiore di 10 giorni, la responsabilità dell’applicazione della sanzione spetta al responsabile della struttura qualora sia dirigente.

Mentre per sanzioni più importanti – o se il responsabile della struttura non è dirigente – lo stesso responsabile ha il dovere di inviare gli atti relativi al fatto compiuto dal lavoratore all’ufficio competente entro 5 giorni dal momento in cui è venuto a conoscenza del fatto. L’ufficio competente si occuperà dei procedimenti disciplinari.

Tempi e termini da prevedere: quanto tempo ha il lavoratore per impugnare una contestazione?

Quanto tempo ha il lavoratore per impugnare una contestazione disciplinare? Cosa si intende per contestazione tardiva?

Nel momento in cui il lavoratore riceve una lettera di contestazione disciplinare ha cinque giorni di tempo per rispondere con una motivazione e giustificazione di quanto dichiarato dal datore di lavoro.

Abbiamo visto nei paragrafi precedenti che una delle caratteristiche della contestazione disciplinare è la tempestività, quindi il datore di lavoro deve intervenire con la contestazione disciplinare sul comportamento scorretto in un arco di tempo il più ristretto possibile.

Contestazione disciplinare tardiva: cosa devi sapere

Il concetto di tempestività può avere un’accezione relativa perché, ad esempio, una contestazione disciplinare dopo un mese può essere giustificata dal fatto che il datore di lavoro è venuto a conoscenza a distanza di tempo del fatto contestato, oppure le dimensioni dell’azienda sono tali da complicare e allungare i tempi dell’indagine.

Quando parliamo di tempestività del provvedimento dobbiamo, comunque, tenere in considerazione che il lasso di tempo è quel periodo che trascorre dal momento in cui il datore è venuto a conoscenza del fatto contestato e non dal tempo in cui si suppone sia avvenuto il fatto.

Se la tempestività è un vincolo considerato basilare per la contestazione di infrazione disciplinare, è ancora più utile un supporto legale nel caso in cui dovesse esserti comunicata una contestazione disciplinare tardiva, dal momento che la giurisprudenza su questo punto si divide. Contatta gli avvocati di Youxta se hai bisogno di assistenza legale sulle contestazioni disciplinari, richiedi subito una consulenza.

Particolare attenzione viene posta dal legislatore alla recidiva, cioè il ripetersi della condotta scorretta da parte del lavoratore nell’arco di due anni. Quindi, è possibile che il datore di lavoro proceda con una contestazione disciplinare recidiva. Attenzione però, perché il datore di lavoro non potrà tenere conto delle sanzioni assegnate al lavoratore decorsi i due anni di applicazione, in base a quanto stabilito dall’articolo 7 della Legge 300 del 1970, conosciuta come lo “Statuto dei lavoratori”.

Termine della contestazione disciplinare per il CCNL del Commercio

Entrando nello specifico del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) all’articolo 225 del CCNL del commercio vengono riportate le procedure di contestazione disciplinare in base alla tipologia di violazione commessa dal lavoratore.

Un dettaglio di particolare interesse riguarda il termine della contestazione disciplinare, che all’articolo 227 prevede che se il datore di lavoro intende procedere con un provvedimento disciplinare, questo deve essere comunicato trascorsi 15 giorni dalla scadenza dei tempi forniti al lavoratore per giustificare o difendersi dall’accusa di violazione.

Contestazione disciplinare e licenziamento

Come anticipato, l’estrema conseguenza di una contestazione disciplinare può essere il licenziamento. In particolare l’articolo 225 riporta chiaramente che la mancata osservanza dei doveri del lavoratore comporta dei provvedimenti:

  • rimprovero verbale per mancanze lievi
  • rimprovero scritto in caso di recidiva
  • multa pari all’importo di quattro ore di retribuzione oraria
  • sospensione della retribuzione fino a un massimo di dieci giorni
  • licenziamento disciplinare senza preavviso.

Per quanto riguarda il licenziamento disciplinare, viene applicato per:

  • assenza ingiustificata per oltre tre giorni nell’anno solare
  • recidiva nei ritardi ingiustificati per oltre cinque volte in un anno solare e a seguito di richiamo scritto
  • recidiva per oltre tre volte su mancanze già segnalate e che prevedono la sospensione
  • violazione degli obblighi espressi nell’articolo 220
  • violazione della sicurezza sulla lavorazione, deposito, vendita e trasporto
  • violazione del segreto di ufficio
  • lavoro parallelo con un’azienda concorrente.

Le regole e la procedura per il datore di lavoro e per il lavoratore sono piuttosto chiare. Cosa accade invece se il lavoratore subisce un licenziamento senza contestazione disciplinare?

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, l’iter di contestazione disciplinare implica la comunicazione scritta da parte del datore di lavoro, quindi se il lavoratore viene licenziato senza una contestazione disciplinare del fatto, in base all’articolo 3, comma 2 del D.Lgs. n. 23/2015 il fatto non viene considerato e il lavoratore deve essere reintegrato nel posto di lavoro. Inoltre, il datore di lavoro subirà una sanzione rispetto all’applicazione del licenziamento senza contestazione disciplinare.

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Contestazione per assenza ingiustificata sul posto di lavoro

La contestazione disciplinare è uno strumento che utilizza il datore di lavoro per segnalare al lavoratore che ha violato delle regole fondamentali espresse nel contratto di lavoro. La presenza in ufficio ad esempio, se non regolamentata in modo diretto con contratti di smart-working, telelavoro o lavoro flessibile è una delle regole la cui violazione può portare ad una contestazione disciplinare per assenza ingiustificata.

Infatti, il contratto di lavoro prevede la possibilità di assentarsi dal posto di lavoro in casi specifici e previa comunicazione e giustificativo, ad esempio un infortunio o la malattia sono tra le motivazioni più comuni di assenza dal posto di lavoro, che vengono giustificate con la documentazione medica e implicano anche un controllo da parte dell’ente preposto per verificare l’effettivo stato di degenza del lavoratore in casa.

Il lavoratore – qualora avesse necessità di assentarsi dal posto di lavoro – può usufruire dei permessi o dei giorni di ferie che mensilmente vengono maturati da contratto, facendone richiesta preventiva al datore di lavoro.

Il lavoratore viene considerato assente ingiustificato quando non si presenta sul posto di lavoro e non fornisce nessuna giustificazione.

L’azienda, una volta riscontrata all’essenza ingiustificata del lavoratore deve procedere con una lettera di avviso, che viene definita “ordine di servizio” che potrà essere inviato al lavoratore tramite e-mail, sms, pec, servizi di messaggistica istantanea oppure raccomandata.

Dunque, se il dubbio è se sia lecito ricevere una contestazione disciplinare su Whatsapp, occorre sapere che è uno degli strumenti che è possibile utilizzare per inviare al lavoratore un ordine di servizio, qualora lo strumento sia utilizzato per lavoro.

L’avviso deve riportare tutti i dati sui fatti:

  • un invito a presentarsi sul posto di lavoro riportando data e orario
  • l’avviso che l’assenza ingiustificata non sarà retribuita ed espone il lavoratore al rischio di licenziamento.
Se il lavoratore non si presenta al lavoro nonostante questo richiamo, l’azienda avrà diritto di procedere a livello disciplinare.

Attenzione, perchè l’azienda può procedere dal punto di vista disciplinare solo se esiste un codice disciplinare dell’azienda che preveda l’illecito disciplinare contestato correttamente esposto nelle bacheche aziendali, come riportato dallo statuto dei lavoratori. Se non c’è nessun codice disciplinare dell’azienda l’azione disciplinare è nulla, mentre se è presente un codice disciplinare correttamente esposto e visibile a tutti i lavoratori, l’azienda può procedere con l’iter per inviare una lettera di contestazione disciplinare.

Seguendo lo stesso principio anche nei casi di ritardo o negligenza l’azienda può far valere le sue ragioni rispetto ad un comportamento scorretto del lavoratore attraverso una lettera di contestazione disciplinare per ritardo o per negligenza.

Lettera di contestazione disciplinare per litigi: cosa comporta

La condotta dei lavoratori deve rispettare il codice di comportamento dell’azienda, qualora questo ci fosse, oppure i termini contrattuali firmati in fase di assunzione.

Di conseguenza il datore di lavoro può avviare una contestazione disciplinare anche per dei litigi avvenuti all’interno del posto di lavoro. Se i lavoratori non rispettano le regole di comportamento civile, il datore di lavoro può procedere con una contestazione di addebito disciplinare.

L’iter della contestazione disciplinare è quello di cui abbiamo parlato nel primo paragrafo dell’articolo, ma se hai bisogno di chiarimenti dettagliati o di assistenza legale in merito ad una contestazione disciplinare puoi chiedere una consulenza agli avvocati di Youxta.

La contestazione per falsa malattia

Può accadere che un lavoratore comunichi l’assenza per malattia ma poi venga visto muoversi in piena salute per la città. In questo caso l’azienda può avviare una contestazione disciplinare per falsa malattia a seguito di accertamenti e verifiche che possano provare quanto viene contestato al lavoratore.

In questa circostanza, l’azienda può verificare lo stato di effettiva malattia del dipendente richiedendo all’INPS di inviare una visita fiscale, trovare delle prove fotografiche che possano smascherare il comportamento del lavoratore.

Una volta trovata conferma della falsa malattia, l’azienda può procedere con l’iter di contestazione disciplinare fornendo al lavoratore la possibilità di giustificarsi e difendersi, come da procedura.

La contestazione disciplinare nel pubblico impiego

Fino ad ora abbiamo parlato di rapporto tra azienda e lavoratore nel caso di contestazioni disciplinari. Ma, di chi è la responsabilità se si parla di contestazione disciplinare nel pubblico impiego?

La prima cosa da individuare è la responsabilità, quindi è bene chiarire che nel pubblico impiego il potere disciplinare rientra nella gestione del rapporto di lavoro contrattualizzato, quindi il potere è esercitato con atti negoziali senza provvedimenti amministrativi, come stabilito nei contratti collettivi.

Per quanto riguarda il lavoratore del settore pubblico, se dovesse ricevere una contestazione disciplinare, la procedura è la stessa dei dipendenti privati, quindi dovrà rispondere tempestivamente, entro 5 giorni con il supporto delle rappresentanze sindacali o di un legale. A tale proposito, se hai bisogno di assistenza legale puoi contattare direttamente gli avvocati di Youxta.

Per quanto riguarda invece l’azienda pubblica, se l’infrazione commessa dal lavoratore è di poca gravità, sono previste delle sanzioni superiori al rimprovero verbale ma non tali da arrivare alla sospensione maggiore di 10 giorni, la responsabilità dell’applicazione della sanzione spetta al responsabile della struttura qualora sia dirigente.

Mentre per sanzioni più importanti – o se il responsabile della struttura non è dirigente – lo stesso responsabile ha il dovere di inviare gli atti relativi al fatto compiuto dal lavoratore all’ufficio competente entro 5 giorni dal momento in cui è venuto a conoscenza del fatto. L’ufficio competente si occuperà dei procedimenti disciplinari.

Approfondisci l’argomento: Procedimento Disciplinare Pubblico Impiego

La contestazione disciplinare per diffamazione

Abbiamo visto nel corso dell’articolo come la contestazione disciplinare può toccare molti aspetti della vita del lavoratore all’interno del luogo di lavoro. Un caso di particolare interesse riguarda la contestazione disciplinare per diffamazione.

Si parla di diffamazione quando le critiche o l’atto compiuto dal lavoratore vanno a ledere la dignità umana. Quindi si parla di diffamazione quando l’atto compiuto ha un valore contro la persona e non rispetto al ruolo o al lavoro che svolge.

In una lettera di contestazione disciplinare per diffamazione devono essere riportati puntualmente tutti i fatti e, per essere considerata valida, deve emergere come il lavoratore abbia dato valutazioni gratuite sulla persona o sulla condotta in generale.

Leggi anche: Diritto di Critica e Diffamazione su Internet: la Guida di Youxta

La lettera di contestazione disciplinare nei confronti di un apprendista

Tutti i lavoratori hanno il dovere di rispettare i vincoli contrattuali e il codice disciplinare, questo vale anche per i lavoratori in apprendistato.

La Suprema Corte (Cass. 3/2/2020, n. 2365) ha ritenuto di applicare al lavoratore con contratto di apprendistato tutte le garanzie procedimentali previste dall’articolo 7 della legge 300/1970 in tutti i casi in cui il datore di lavoro voglia inviare una lettera di contestazione disciplinare nei confronti di un apprendista, quest’ultimo ha il diritto di difendere le proprie ragioni per tutelare la propria persona.

Nel corso del nostro approfondimento abbiamo visto che la contestazione disciplinare è uno strumento che tutela il datore di lavoro ma garantisce al lavoratore il diritto di difendersi.

Di grande importanza gioca dunque il ruolo del legale a supporto di entrambe le parti. Se hai bisogno di supporto legale in materia di contestazioni disciplinari, richiedi subito una consulenza agli avvocati di Youxta.

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