Impugnazione Avviso di Accertamento
Scopri come tutelarsi in caso di notifica di un avviso di accertamento tributario
Natura e contenuto dell’avviso di accertamento: definizione, comprensione e motivazione della pretesa tributaria
L’avviso di accertamento è un atto impositivo emesso all’esito di un procedimento di controllo avviato dall’Amministrazione finanziaria in ragione di presunte irregolarità fiscali commesse dal contribuente. Esso presuppone quindi che l’Agenzia delle Entrate abbia ritenuto esistenti le pretese irregolarità e abbia per tale motivo intimato al cittadino o all’impresa il pagamento di maggiori importi dovuti, rispetto a quelli eventualmente già versati, e di eventuali sanzioni a seconda delle omissioni e/o irregolarità contestate.
L’atto di accertamento deve in ogni caso consentire a chi lo riceve la comprensione della pretesa tributaria per garantire la effettiva possibilità di difesa al contribuente. Per tale ragione, riveste particolare importanza la motivazione dell’atto che deve essere tale da fornire un’informazione completa sui motivi di fatto e di diritto che hanno portato all’emissione dell’avviso di accertamento. Proprio in quest’ottica, lo Statuto del contribuente prevede espressamente che, se nell’avviso è richiamato un altro atto, questo deve essere allegato. L’avviso di accertamento deve quindi specificare gli imponibili accertati e le aliquote applicate oltre che le imposte liquidate al lordo e al netto delle detrazioni, delle ritenute di acconto e dei crediti d’imposta. Anche per gli interessi va specificata l’aliquota come per gli oneri accessori (spese di notifica, ecc.).
Vanno inoltre indicati nell’atto di accertamento l’Ufficio presso il quale ottenere informazioni e il responsabile del procedimento, con specificazione dei termini e dei modi di pagamento e della possibilità di proporre ricorso con l’indicazione dell’Organo competente.
Possibili soluzioni per il contribuente: adesione con riduzione e rateazione o opposizione
Chi riceve l’avviso di accertamento, una volta valutata la motivazione dello stesso e verificata l’applicazione delle aliquote e gli importi richiesti, può decidere di:
- aderire all’accertamento ottenendo una riduzione delle sanzioni e una rateazione del pagamento,
- opporsi all’avviso impugnandolo.
Come impugnare l’avviso di accertamento: motivi formali e sostanziali, ricorso e appello
L’opposizione avverso gli avvisi di accertamento può fondarsi su motivi:
- formali (ad es. carenza di dati essenziali nell’avviso)
- sostanziali, ossia direttamente ricollegati alla fondatezza della pretesa tributaria perché basata su erronei presupposti di fatto o addirittura perché gli importi pretesi sono stati già regolarmente versati dal contribuente.
L’impugnazione si propone con ricorso da notificare all’Agenzia delle Entrate entro 60 giorni dalla notifica. L’eventuale presentazione di un’istanza all’Ufficio che ha emesso l’avviso per richiedere l’annullamento dell’avviso in via amministrativa non sospende il termine per proporre il ricorso. Quindi, nell’ipotesi di riscontrata erroneità dell’atto, è consigliabile notificare direttamente il ricorso che, una volta ricevuto dall’Agenzia delle Entrate, non preclude la soluzione “bonaria” del contenzioso tributario.
Nel caso di avviso dal valore inferiore ad €. 50.000,00 il ricorso ha automaticamente il ruolo di istanza di mediazione tributaria. Conseguentemente, l’Agenzia delle Entrate ha 90 giorni per istruire la pratica e valutare se aderire o meno al ricorso di annullamento del contribuente o formulare una proposta conciliativa che preveda un accoglimento solo parziale dei motivi di opposizione.
Nei 30 giorni successivi alla notifica (o alla scadenza dei 90 giorni previsti per la procedura di mediazione) il ricorso va depositato davanti alla Commissione Tributaria Provinciale competente che provvede con sentenza.
Avverso la decisione della Commissione Tributaria Provinciale è possibile proporre appello davanti alla competente Commissione Tributaria Regionale.
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