Negoziazione assistita: cos'è, come funziona e vademecum

  25 Novembre 2023
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In questa guida entreremo nel dettaglio della negoziazione assistita e cercheremo di fare chiarezza su molti aspetti che riguardano questa procedura. Partendo dalla definizione vedremo i riferimenti normativi, i termini che riguardano la negoziazione assistita, i casi in cui è obbligatoria e i campi di applicazione. Ci soffermeremo su tutti gli aspetti più importanti per comprendere al meglio le definizioni e vedremo anche come viene utilizzata la negoziazione assistita in caso di separazione o divorzio.

Negoziazione assistita: cos’è e cosa prevede

Cosa si intende per negoziazione assistita? La negoziazione assistita è una procedura volta al raggiungimento di un accordo scritto tra due parti che prevede necessariamente l’intervento di uno o più legali. Con questo accordo le parti formalizzano l’accordo per risolvere una controversia in via amichevole. In due frasi abbiamo dato una definizione a una procedura abbastanza complessa, che richiede maggiori specifiche.

Andiamo, dunque, a individuare il riferimento normativo relativo alla procedura di negoziazione assistita. Con il Decreto Legge n. 132 del 12 settembre 2014 convertito in legge n. 162 del 10 novembre 2014, viene definita la legge sulla negoziazione assistita.

L’articolo 2 riporta gli aspetti più rilevanti della legge, per una migliore comprensione ne riportiamo una parte di seguito:

  1. La convenzione di negoziazione assistita da un avvocato è un accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l’assistenza di avvocati iscritti all’albo anche ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 96.
  2. La convenzione di negoziazione deve precisare:
    1. il termine concordato dalle parti per l’espletamento della procedura, in ogni caso non inferiore a un mese;
    2. l’oggetto della controversia, che non deve riguardare diritti indisponibili.
  3. La convenzione è conclusa per un periodo di tempo determinato dalle parti, fermo restando il termine di cui al comma 2, lettera a).
  4. La convenzione di negoziazione è redatta, a pena di nullità, in forma scritta.
  5. La convenzione è conclusa con l’assistenza di un avvocato.
  6. Gli avvocati certificano l’autografia delle sottoscrizioni apposte alla convenzione sotto la propria responsabilità professionale.
  7. È dovere deontologico degli avvocati informare il cliente all’atto del conferimento dell’incarico della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita.”

Con la riforma della giustizia civile, denominata Cartabia e in particolare con la legge delega (Legge 206 del 2021 e dal conseguente Decreto Legislativo. n. 149/2022) si è operata una importante modifica del D.L. n. 132/2014, con l’obiettivo di alleggerire il carico di lavoro gravante sulla giurisdizione statale in favore di forme alternative di risoluzione delle controversie. Per un approfondimento sulle novità apportate dalla riforma, suggeriamo di leggere il nostro articolo dedicato alle novità della riforma Cartabia del 2023 in materia di mediazione.

In ambito di diritto familiare, la negoziazione assistita può essere utilizzata in caso di separazione e divorzio. Vedremo più avanti nel dettaglio quali sono le caratteristiche e le specifiche di questo accordo per le dispute familiari, ma prima vediamo a titolo generale a cosa serve la negoziazione assistita e quando si parla di negoziazione assistita obbligatoria.

Come funziona la negoziazione assistita

Nel momento in cui l’assistito conferisce l’incarico al legale, viene informato della possibilità di utilizzare la negoziazione assistita. Se l’assistito decide di utilizzare questo procedimento l’avvocato provvederà a formulare un invito segnalando l’oggetto della controversia. Il legale deve anche avvisare la controparte che se non risponderà entro 30 giorni dalla ricezione dell’invito, il suo rifiuto potrebbe essere valutato dal giudice con lo scopo di determinare il regime delle spese di giudizio per il futuro.

L’avvocato dunque avvisa la controparte per favorire l’intento pacifico di conclusione dell’accordo. Se l’invito viene rifiutato, o non accettato entro trenta giorni dalla ricezione, la domanda giudiziale deve essere proposta entro trenta giorni di decadenza decorrente dal rifiuto o mancata risposta o mancato accordo tra avvocati.

Una volta accettato l’invito, è possibile per l’avvocato stipulare la convenzione di negoziazione che contiene le regole secondo cui si svolgerà la negoziazione con l’impegno a risolvere la controversa in buona fede e cooperando, esattamente come richiede la legge, attraverso l’assistenza degli avvocati.

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A cosa serve?

Qual è lo scopo della negoziazione assistita e a cosa serve? Lo scopo principale riguarda la semplificazione dei processi, o meglio, nelle intenzioni del legislatore c’è la volontà di snellire i procedimenti mantenendo l’ufficialità delle pratiche, dal momento che la negoziazione assistita è per l’appunto sotto la supervisione e il controllo dei legali di entrambe le parti. Come riportato direttamente dal testo di legge, con la negoziazione assistita entrambe le parti si impegnano a cooperare per risolvere il contenzioso in modo pacifico. Quindi la negoziazione assistita serve a trovare un accordo tra le parti, in modo veloce e sotto la tutela degli avvocati che li rappresentano, titolari della responsabilità di monitorare anche il controllo e il rispetto delle tempistiche come stabilito dalla legge.

Quando si deve fare e in quali casi è obbligatoria?

La negoziazione assistita è un accordo scritto che le parti firmano, ma quando deve essere fatta? Ci sono dei casi in cui la negoziazione assistita è obbligatoria? La normativa chiarisce che con la negoziazione assistita si possono risolvere delle dispute, ma queste controversie non devono riguardare i diritti indisponibili come – ad esempio – il diritto alla vita, i diritti della personalità e gli status familiari, come il riconoscimento di un figlio o la validità di un’adozione.

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La negiìoziazione assistita è condizione di procedibilità,ossia è obbligatoria per un gran numero di azioni giudiziare ed in particolare:

  • per i casi di risarcimento danni da circolazione di veicoli e natanti
  • per tutte le ipotesi di richiesta di pagamento di somme non superiori a 50.000 €.

In questi casi dunque rientrano praticamente tutte le tipologie di contenzioso civile di valore inferiore a 50.000 € : dai giudizi relativi ai vari tipi di contratto (ad es. vendita, appalto locazione…) alle richieste di risarcimento dei danni di varia origine e natura. Questo strumento dunque è molto versatile e può essere risolutivo in ogni campo.

La riforma Cartabia ha, inoltre, consentito l’utilizzo della negoziazione assistita anche per le controversie relative ai rapporti di lavoro.

Con l’accordo di negoziazione assistita i tempi si accorciano e i costi sono più vantaggiosi. Vediamo, nel dettaglio, cosa accade quando si decide di procedere con una negoziazione assistita.

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Quali sono le fasi della negoziazione?

Quali sono, dunque, le fasi di una negoziazione assistita? Volendo sintetizzare quanto già sviscerato nei precedenti paragrafi, possiamo dire che le fasi della negoziazione assistita sono:

  • la fase dell’invito alla stipula, vale a dire quando il legale invia alla controparte l’invito attraverso una pec o raccomandata a/r. Questo invito è una richiesta di stipulazione di una convenzione di negoziazione assistita per risolvere in modo amichevole e pacifico una controversia. All’interno dell’invito deve essere specificato che la mancata risposta o il rifiuto dell’invito entro 30 giorni può essere considerato dal giudice relativamente alle spese del giudizio. I tempi che ha la controparte per rispondere accettando o rifiutando l’invito, sono di 30 giorni.
  • la fase della stipula, vale a dire il momento in cui l’invito è stato accettato ed entrambe le parti stipulano alla presenza dei loro legali una convenzione di negoziazione assistita, quindi un accordo in cui dichiarano di voler cooperare per risolvere la controversia in modo amichevole.
  • Infine, il vero e proprio accordo di negoziazione assistita se è raggiunto.

Quali sono le tempistiche dall’avvio alla conclusione della negoziazione assistita?

Quanto può durare?

Per quanto riguarda le tempistiche della negoziazione assistita, abbiamo visto che a partire dall’invito alla negoziazione possono passare 30 giorni dalla ricezione dell’invito in cui il destinatario può rispondere accettando o rifiutando l’invito. In linea generale, comunque, la durata della negoziazione assistita può variare da uno a tre mesi.

Chi deve predisporre la convenzione di negoziazione assistita?

L’aspetto che rende la negoziazione assistita un procedimento veloce e sicuro è la mediazione degli avvocati. Infatti, come abbiamo visto nei primi paragrafi di questa guida, la legge chiarisce come siano gli avvocati a predisporre la convenzione di negoziazione assistita, raccogliendo tutta la documentazione necessaria e suggerendo direttamente al loro cliente la possibilità di usufruire di questo tipo di accordo qualora le condizioni lo consentano. Attraverso il lavoro degli avvocati è possibile per le parti evitare lunghe trafile e i legali si fanno garanti della correttezza del procedimento.

Se hai bisogno di un consulto per richiedere informazioni e consulenza su una controversia, contattaci, gli avvocati di Youxta sono a tua disposizione.

Quanto si paga?

Qual è il costo e quanto si paga per una negoziazione assistita? La negoziazione assistita, a differenza di un giudizio o della mediazione, non ha costi vivi relativi a pagamenti di contributo unificato o di organismi terzi. Pertanto il costo consiste nel pagamento della parcella degli avvocati che viene definita in base alle c.d. tariffe forensi che variano in ragione del valore della controversia.

Come depositare un accordo di negoziazione assistita?

Il compito di depositare un accordo di negoziazione assistita spetta ai legali. La legge riferisce chiaramente che gli avvocati autorizzati a gestire le pratiche di negoziazione assistita secondo i termini stabiliti, devono essere iscritti all’Ordine degli avvocati.

Questo dettaglio è determinante al fine di poter depositare l’accordo di negoziazione assistita attraverso un sistema telematico di caricamento della documentazione.

Una volta caricato l’accordo e sintetizzato l’argomento della documentazione il sistema invia una pec a chi ha depositato l’accordo, alle altre parti coinvolte e all’Ordine degli avvocati.

Invito alla negoziazione assistita: come si risponde?

Cosa succede quando si riceve un invito alla negoziazione assistita? Come si deve procedere? Una volta ricevuto l’invito alla negoziazione si hanno trenta giorni per rispondere o rifiutare di cooperare per risolvere il contenzioso in modo pacifico. Qualora venisse superato questo mese è possibile incorrere nei costi per il pagamento delle spese legali all’esito del giudizio intrapreso. Sarà bene dunque rivolgersi ad un legale per capire come muoversi e per procedere alla risposta che deve in ogni caso essere formulata in forma scritta tramite un legale.

Qualora avessi bisogno di un consulto legale in merito, non esitare a contattarci, gli avvocati di Youxta sono a tua disposizione per una consulenza legale in merito.

Che cosa si ottiene?

Per quale motivo si avvia una richiesta di negoziazione assistita e cosa si ottiene? Nei casi di controversie in cui la negoziazione assistita è obbligatoria, come tutte quelle per cui si agisce per il pagamento di somme inferiori ai 50.000 euro. Del resto, come abbiamo più volte specificato, la negoziazione assistita è un accordo volto a risolvere una controversia in modo pacifico e amichevole, in cui le parti trovano un accordo tramite gli avvocati. Una volta trovato l’accordo, firmato e depositato, in base a quanto stabilito dall’articolo 5 della legge 162/14 l’accordo ha titolo esecutivo e può essere utilizzato anche per l’iscrizione di ipoteca giudiziale.

Negoziazione assistita in caso di separazione e divorzio

La procedura della negoziazione assistita può essere utilizzata in caso di separazione e divorzio. Trattandosi di un accordo scritto tra le parti, la possibilità di concludere in modo pacifico e veloce una pratica, come nel caso delle separazioni, è sicuramente un metodo, per quanto possibile, a basso impatto emotivo tra le parti.

Attraverso la negoziazione assistita i coniugi che intendono ottenere la separazione o il divorzio possono incontrarsi direttamente nello studio del legale per la firma dell’accordo raggiunto, senza doversi presentare dal giudice, con un grande vantaggio in termini di costi e tempi che si riducono notevolmente.

Nel caso della negoziazione assistita per la separazione o divorzio è importante sottolineare i requisiti essenziali per poter beneficiare di questo tipo di accordo:

  1. i coniugi devono aver raggiunto un accordo, se questo accordo non si è raggiunto decade la possibilità di procedere alla negoziazione assistita.
  2. I due soggetti devono essere sposati, quindi uniti in matrimonio per avviare la negoziazione assistita. Infatti, nel caso di conviventi con figli non è possibile procedere alla negoziazione assistita.

Le parti possono ricorrere alla negoziazione assistita non solo per la separazione o il divorzio ma anche per altre pratiche correlate come, ad esempio, la modifica delle condizioni di separazione o divorzio.

La documentazione necessaria per la negoziazione assistita in caso di separazione o divorzio

Una coppia di coniugi che decide di procedere con la separazione o il divorzio attraverso la negoziazione assistita dovrà presentare una serie di documenti al legale o ai legali che seguirà la pratica. A sua volta l’avvocato dovrà allegare ai documenti raccolti anche l’accordo di negoziazione firmato da entrambe le parti e inviarlo alla procura della Repubblica e all’ufficiale di stato civile.

Di seguito un elenco dei documenti da presentare da entrambe le parti:

  • certificato di matrimonio
  • documenti di identità
  • codice fiscale
  • certificato di residenza
  • stato di famiglia
  • dichiarazione dei redditi dell’anno corrente e dei tre anni precedenti

In caso di negoziazione assistita per divorzio, oltre ai documenti appena elencati vanno aggiunti:

  • verbale di separazione consensuale con il relativo decreto di omologa oppure la sentenza di separazione oppure l’accordo di negoziazione assistita riguardante la separazione

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