Tari per i non Residenti e Riduzione: Guida Pratica

  5 Maggio 2023
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La Tari è la tassa sui rifiuti che viene applicata dagli enti locali ai cittadini sia per utenze domestiche che non domestiche, il cui ricavato serve a finanziare i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti per singolo comune.

Ogni Comune ha il suo regolamento in proposito, ma è necessario ricordare che ci sono dei riferimenti normativi che tutti gli enti locali devono tenere in considerazione. Questi sono precisati dalle sentenze emesse dalla Corte di Cassazione, che vanno a creare dei precedenti su materie ancora controverse, come la Tari per i non residenti, oppure per casi molto particolari come la Tari per residenti non domiciliati.

Vediamo i riferimenti normativi e cerchiamo di mettere ordine su un argomento molto spigoloso, che spesso viene interpretato in modo autonomo dai diversi enti locali. Prenderemo in esame delle sentenze della Corte di Cassazione per fornire una guida sui diritti che sono stati riconosciuti ai cittadini e rispetto ai riferimenti di legislazione interna ed europea che ha utilizzato il legislatore per emettere le sentenze in materia di Tari.

Tari, i riferimenti normativi

La normativa che regola la definizione della tariffa del servizio di gestione dei rifiuti urbani è il D.P.R. 158 del 27/4/1999. Partendo da questo D.P.R. vengono definiti i punti cardine che la legge ha stabilito per la gestione dei rifiuti che possiamo sintetizzare in:

  • “chi inquina, paga”. Questo è il principio alla base del D.P.R. e sancito anche dall’art. 14 della Direttiva comunitaria n. 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,
  • in base all’art. 2 del D.P.R. 158 del 27/4/1999, la tariffa deve coprire tutti i costi che riguardano il servizio di gestione dei rifiuti urbani e deve rispettare i principi di equivalenza e proporzionalità,
  • gli enti locali individuano il costo complessivo della tariffa che deve avere una componente fissa e una componente variabile, dove la parte fissa riguarda il costo del servizio e la parte variabile in cui viene tenuto conto del rapporto tra numero delle persone e metri quadri per singola utenza.

La normativa locale in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti rientra nel principio di economia circolare che le regioni italiane devono attuare sulla base della normativa europea, che impone una gestione sostenibile dei rifiuti, l’incentivazione al riciclo e alla gestione dello spreco. L’obiettivo è di fornire un modello economico, produttivo e di consumo nel quale i rifiuti possano rientrare nel ciclo produttivo per ridurre l’impatto umano sull’ambiente.

I riferimenti normativi in materia sono in particolare il c.d. “Pacchetto sull’economia circolare” di cui alle Direttive 2018/849/UE, 2018/850/UE, 2018/851/UE, 2018/852/UE
del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018, e per quanto riguarda la normativa nazionale, vanno prese in considerazione:

  • la Legge delega n.117/2019 recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2018”
  • DD.LLgs. 3 settembre 2020, nn. 116, 118, 119 e 121.

Per quanto sia chiara sulla carta la definizione di come debba essere attribuito il costo della Tari, non è altrettanto semplice chiarire alcuni casi particolari, come – ad esempio – come viene calcolata e se è prevista una riduzione della Tari per i non residenti, oppure se c’è una differenza di trattamento per i residenti non domiciliati.

A questo proposito, è utile prendere in considerazione delle sentenze della Cassazione su casi particolari che possono essere utili, come precedente, per avere dei riferimenti generali di come il legislatore valuta e considera alcune situazioni.

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Tari per i Non Residenti: è prevista una riduzione?

Ci sono dei casi che hanno posto delle problematiche molto precise per le quali è dovuta intervenire la Cassazione a fare chiarezza. Un esempio semplice da comprendere riguarda le seconde case, in particolare nelle zone di mare, dove la stagionalità è un fattore determinante. In queste circostanze si possono creare situazioni in cui è frequente domandarsi se sia possibile ottenere una riduzione della Tari per i non residenti.
Il principio di fondo riguarda, come anticipato nei paragrafi precedenti, l’equivalenza e la proporzionalità.

Infatti, come riportato dalla sentenza 26/2022 e ancora prima nella sentenza 4223/2017, gli enti locali – e nel particolare i Comuni – non possono imporre delle tariffe elevate per il pagamento della Tari che non siano legate alla produzione dei rifiuti che di fatto penalizzano i non residenti, rispetto ai residenti.

Come riportato dalla sentenza, a parità di condizioni abitative, la logica vuole che i residenti producano più rifiuti rispetto ai non residenti, che utilizzano l’abitazione saltuariamente, soprattutto se si tratta di abitazioni collocate in zone balneari frequentate quasi esclusivamente nel periodo estivo.

Il limite riscontrato dalla giurisprudenza tributaria regionale risiede nel fatto che alcuni contribuenti, nella fattispecie i non residenti, debbano farsi carico di costi che non sono commisurati ai volumi di rifiuti potenzialmente prodotti. La Tari non deve essere caricata in modo eccessivo su chi produce meno rifiuti perché di fatto non vive tutti i giorni in quella casa e di conseguenza non usufruisce del servizio nella stessa misura dei contribuenti residenti.

Il pagamento della tassa Tari per i non residenti è oggetto di dibattito anche in relazione al numero di persone che occupano l’abitazione. Anche in questa circostanza è la Cassazione che chiarisce con la sentenza 8383/2013 che è legittimo definire una quota variabile in base alla superficie della casa e di conseguenza della capienza media di persone in quell’abitazione. Questo avviene nel momento in cui non è possibile stabilire quante persone usufruiscono effettivamente dell’abitazione. La logica è la seguente: più è grande la casa in termini di superficie e maggiore sarà il numero di persone che possono presumibilmente occupare la casa. Alla luce di questo, il contribuente può provare a dimostrare che la presunzione non ha fondamento, presentando la documentazione idonea, come è avvenuto ad esempio in Sardegna, dove il Tribunale amministrativo regionale, con sentenza 551/2021 ha giudicato la presunzione come non giustificabile proprio perchè non possibile da accertare con dati anagrafici, quando è possibile che una casa di grandi dimensioni sia in effetti abitata da una o poche persone. Secondo il Tar, il metodo della proporzionalità genera una disuguaglianza per cui i residenti devono pagare sulla base di dati anagrafici certi forniti all’ente locale, mentre i non residenti avrebbero una riduzione della Tari in base a questo principio.

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Tari per affittuari non residenti

Volendo semplificare quanto affrontato nei paragrafi precedenti, possiamo stabilire che il pagamento della Tari riguarda il proprietario dell’abitazione in quanto viene definita l’entità del pagamento in base ai residenti che effettivamente vivono nella locazione.
Come avviene il calcolo della Tari per inquilini non residenti?
Come abbiamo visto in precedenza, le sentenze mostrano come gli enti locali devono usare il principio di equivalenza e proporzionalità senza discriminare i non residenti laddove ci siano chiare condizioni per presumere che l’abitazione sia davvero utilizzata in misura minore rispetto ai residenti.

Si presume dunque che la Tari per affittuari non residenti sia da considerare a carico del proprietario della locazione, considerando l’uso limitato nel tempo dell’abitazione. Ad ogni ente locale la legge impone di considerare un costo fisso e uno variabile in base al quale impostare le tariffe delle tasse. Nel variabile rientrano tutti quei fattori come la dimensione della casa, gli inquilini effettivamente residenti, il volume di rifiuti potenzialmente prodotti.

In conclusione, pur essendoci dei parametri normativi dettati anche a livello europeo oltre che regionale in relazione ai criteri in relazione ai quali quantificare la tassa: grandezza dell’unità immobiliare e numero occupanti, spesso i Regolamenti Comunali contengono previsioni “punitive” nei confronti di chi è proprietario di un immobile, ma non vi risiede oppure delle riduzioni della tariffa solo in favore dei residenti. Ciò in aperto contrasto con il principio del chi inquina paga, per questo l’argomento della Tari per i soggetti non residenti è un tema controverso.

Per qualsiasi dubbio al riguardo è utile chiedere una consulenza ad uno dei legali Youxta esperti in diritto fiscale per maggiori informazioni o chiarimenti su questo tema.

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