Rumori dei vicini e illecito civile: la guida per difendersi legalmente

  23 Maggio 2023
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Uno degli aspetti più problematici della vita in condominio riguarda i rapporti con i vicini, il rispetto reciproco delle condizioni del vivere civile e delle norme basilari di convivenza. I rumori molesti dei vicini possono diventare dei problemi tali da dover richiedere un supporto legale e una richiesta di risarcimento danni.

In questo articolo vedremo cosa fare contro i rumori molesti dei vicini e affronteremo molti aspetti legati al disturbo della quiete pubblica provocato dai vicini di casa. Vedremo anche le differenze di valutazione da parte del legislatore in base a chi genera rumore: un’attività commerciale presente nello stesso condominio o limitrofo, un vicino di casa che tiene il volume della TV troppo alto oppure organizza feste rumorose fino a tarda notte; oppure un cortile parrocchiale in cui fino a tarda notte ci sono schiamazzi, partite di calcio e rumori molesti, o ancora, il cane del vicino di casa che abbaia o ulula giorno e notte.

Sono innumerevoli i casi che possiamo affrontare per capire se il disturbo provocato dai rumori dei vicini è reato, e quando è possibile richiedere un risarcimento per i vicini rumorosi. Entreremo nel dettaglio di diverse casistiche, facendo ricorso alle sentenze emesse per offrire un quadro chiaro delle decisioni prese dai giudici in materia.
Non mancherà il riferimento normativo, necessario per comprendere le scelte della giurisprudenza per affrontare nel modo più chiaro una situazione di grande disagio come la gestione di rumori molesti dei vicini.

Vicini rumorosi: cosa prevede la legge

Tra i riferimenti normativi che regolano la questione legata ai rumori molesti dei vicini possiamo prendere in esame l’articolo 844 del codice civile e l’articolo 70 delle disposizioni di attuazione del codice civile.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede la legge riguardo ai vicini rumorosi e cosa riportano le disposizioni. Dalla Gazzetta Ufficiale, l’articolo 844 del codice civile riferisce quanto segue:

“Art. 844. (Immissioni).
Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.
Nell’applicare questa norma l’autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della priorità di un determinato uso.”

L’articolo 70 delle disposizioni di attuazione del codice civile, riporta invece:

“Art. 70. – Per le infrazioni al regolamento di condominio può essere stabilito, a titolo di sanzione, il pagamento di una somma fino ad euro 200 e, in caso di recidiva, fino ad euro 800. La somma è devoluta al fondo di cui l’amministratore dispone per le spese ordinarie.”

Vediamo come il legislatore ha interpretato a seconda dei casi queste normative e le ha applicate in situazioni precise. In linea generale possiamo vedere comunque come la legge faccia riferimento al principio di tollerabilità, stabilendone dunque un limite entro il quale il rumore possa essere considerato accettabile.

L’interesse del giudice per valutare i singoli casi concreti deve rivolgersi su due binari, da un lato le esigenze di produzione e dall’altra le ragione della proprietà.
Quest’ultimo assunto apre una questione specifica legata alle tipologie di vicinato.


Leggi anche l’articolo sulle spese condominiali arrestrate.

Vicini di casa rumorosi: chi sono?

Alla luce dei riferimenti normativi è necessario prima di tutto distinguere chi sono i vicini che generano rumore, se un inquilino che abita nell’appartamento dello stesso palazzo, un’attività commerciale o una struttura che opera per fini di solidarietà. Per sintetizzare dobbiamo distinguere quando a generare rumore è:

  • un’attività commerciale, tipo pub, ristorante o locale notturno;
  • un’attività di utilità sociale, come ad esempio il cortile della parrocchia;
  • un vicino di casa, come ad esempio un condomino rumoroso o una condizione creata dal vicino di casa molesto, come ad esempio il cane che abbia o ulula incessantemente.

La giurisprudenza si è trovata a trattare casi riguardanti tutte queste tipologie di rumore e i diversi giudici hanno offerto degli utili spunti di riflessione rispetto alle condizioni per trovare una soluzione ai rumori dei vicini.


Consulta l’articolo dedicato all’installazione di un ascensore condominiale.

Come difendersi legalmente dai rumori dei vicini

Andare ad analizzare dei casi già trattati dal legislatore ci può aiutare a comprendere come difendersi legalmente dai rumori dei vicini, conoscendo prima di tutto le variabili che il giudice prenderà in esame di fronte a un contenzioso.

Prendiamo come primo esempio il caso di un locatore chiamato dai condomini a rispondere degli schiamazzi e rumori molesti prodotti dall’attività commerciale gestita dal suo locatario. In questa circostanza il legislatore deve prendere in considerazione due possibilità:

  1. se il rumore non supera la normale tollerabilità, non è tale da giustificare un intervento correttivo o punitivo del giudice;
  2. se viene accertata l’intollerabilità nel corso di un giudizio, le immissioni sono da considerarsi illecite in base alla legge. Il giudice quindi si troverà nella condizione di decidere se:
    • privilegiare le esigenze della produzione, permettendo il proseguimento dell’attività con la concessione del solo risarcimento del danno al proprietario del fondo immesso,
    • accordare la tutela inibitoria, di carattere negativo o positivo. La tutela inibitoria di carattere negativo (non facere) ha lo scopo di proibire il proseguimento delle immissioni. La tutela inibitoria di carattere positivo (facere) ha lo scopo di far adottare degli specifici accorgimenti tecnici per far rientrare nei limiti di tollerabilità il disagio causato.

La tollerabilità del rumore è un concetto ampio che rientra nei testi legislativi ed è strettamente legato alla capacità di vivere in società.
Scegliere di vivere in un condominio presuppone la capacità di tollerare dei fastidi causati da altri, così come gli altri mettono in conto i fastidi causati da noi.
In genere all’interno del regolamento di condominio, vengono specificati i limiti di tollerabilità del rumore con la relativa segnalazione rispetto agli orari in cui è consentito fare rumore e la segnalazione degli orari di silenzio, anche durante il giorno.
Nel caso in cui lo stabile comprenda anche delle attività commerciali consentite, nel regolamento di condominio devono essere presenti le tipologie di attività consentite e di conseguenza tollerate.

Anche la legge ha istituito un tetto massimo di tollerabilità del rumore a 3 decibel. Risulta però molto difficoltosa la verifica del superamento di questo livello dato dal fatto che i rumori, soprattutto provenienti da locali notturni o officine, possono variare di giorno in giorno e quindi, è possibile che il giorno della rilevazione non superino il livello di tollerabilità.

A questi dettagli va aggiunto anche un punto di vista della giurisprudenza che è stato associato all’ambito applicativo dell’articolo 844 del codice civile e che riguarda il diritto alla salute.
Infatti è emerso come sia plausibile che forti e persistenti rumori molesti possano ledere il diritto alla salute per gli abitanti di una zona esposta a danni ambientali. Si tratta quindi di far ricorso a interessi esistenziali della persona e del diritto alla salute.
Il giudice dunque quando andrà a prendere come riferimento l’art. 844 del codice civile dovrà anche mettere sul tavolo di discussione i valori costituzionali espressi dagli articoli 2, 3, 32, 38, 41, 42 e 118, comma 4°, Cost.

Quindi nella misura in cui dei condomini richiedano un intervento per difendersi dai rumori di un vicino molesto, il giudice potrebbe muoversi in più direzioni ai fini della decisione:

  • potrebbe privilegiare la tutela del diritto alla salute dei condomini una volta verificata la capillarità e tollerabilità del rumore per poi imporre al vicino rumoroso o al titolare dell’attività commerciale che genera rumore, di pagare un risarcimento oppure adottare accorgimenti per ridurre il rumore;
  • potrebbe privilegiare la tutela dell’attività imprenditoriale qualora ad esempio la zona in cui ci si trova non sia residenziale ma prettamente commerciale e sia stata accertata la tollerabilità del rumore.

Inoltre, nel caso di un vicino che causa rumori molesti, se il giudice accerta che il rumore è intollerabile e inoltre è causa di problemi alla salute del vicino, può sanzionare fino ad 800 euro, in base a quanto stabilito dall’art. 70.


Leggi l’articolo dedicato alla nomina e revoca dell’amministratore di condominio.

Quando il rumore dei vicini arriva da attività con scopi di solidarietà

Abbiamo visto nel precedente paragrafo un caso in cui il rumore dei vicini era prodotto da un esercizio commerciale, in quel caso dunque il conflitto è tra un valore personale (art. 32 Cost., il rumore che provoca fastidio e quindi un danno alla salute dei vicini) e un interesse commerciale (art. 41 Cost., l’attività commerciale prevede la presenza di persone che possono fare rumore).
Affrontiamo ora un caso più complesso fornito da una sentenza emessa a Palermo, in cui le attività rumorose svolte nel cortile della parrocchia hanno generato un conflitto tra vicini. In questo caso però, entrambi gli interessi non sono patrimoniali perché riguardano la salute (art. 32) e la solidarietà e assistenza sociale (artt. 2 e 38 della Costituzione).
Il ruolo del giudice in questo caso è molto delicato e mostra come sia necessario trovare il giusto equilibrio tra la necessità di tutelare la salute dell’interesse personale e tutelare le attività di solidarietà sociale. In questo caso specifico la sentenza è giunta ad un punto di incontro tra le parti, limitando ad orari e giorni specifici le attività consentite nel cortile parrocchiale per ridimensionare il danno e farlo rientrare nei limiti di tollerabilità.

In quali casi è possibile richiedere il risarcimento dei danni

Quali sono le sanzioni per chi provoca rumori molesti? Come abbiamo visto, l’art.70 prevede delle sanzioni che possono arrivare fino a 800 euro, che il giudice potrebbe applicare al vicino rumoroso e che sarebbero poi destinate al fondo del condominio.

Come abbiamo visto negli esempi delle sentenze riportate sopra, richiedere il risarcimento danni per i vicini rumorosi implica la presenza di condizioni oggettive e misurabili di intollerabilità del rumore e del disagio.
Inoltre, un aspetto importante che emerge da queste sentenze riguarda la capillarità del danno. Infatti, quante più persone sono coinvolte nel disagio arrecato dai rumori molesti dei vicini di casa, tanto più è plausibile che il problema possa essere preso in esame con risultati concreti utili.

Quando i vicini di casa sono rumorosi, il disturbo può essere preso in considerazione per un risarcimento danni se:

  • sono presenti rumori molesti persistenti e non tollerabili (sopra i 3 decibel)
  • è dimostrabile un danneggiamento ambientale e della salute delle persone a causa dei rumori molesti
  • è dimostrabile il superamento del limite di tollerabilità del rumore.

Le sentenze emesse ci mostrano come l’intento del giudice è sempre quello di trovare il giusto equilibrio tra le parti, tutelando sia l’interesse economico delle imprese, qualora coinvolte, che la salute e gli interessi personali.

Prima di decidere cosa fare contro i rumori molesti dei vicini è consigliabile un consulto con i nostri legali esperti nel settore immobiliare di Youxta, per valutare al meglio la reale possibilità di ottenere un risarcimento danni.

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